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Cosa Fare se il Termosifone Perde Acqua

Quando vedi acqua sul pavimento vicino a un termosifone, la prima cosa da fare è mettere in sicurezza l’area. Spegni la caldaia dal pannello di controllo e togli l’alimentazione elettrica (interruttore o spina) per evitare che la pompa continui a spingere acqua nel circuito. Se l’impianto è centralizzato condominiale, avvisa subito l’amministratore o la ditta incaricata: intervenire autonomamente su valvole comuni può creare disservizi agli altri appartamenti. Posiziona stracci, teli e una bacinella sotto al punto di perdita per limitare i danni al pavimento; se hai parquet o laminati, proteggili rapidamente perché l’acqua può causare rigonfiamenti. Valuta l’urgenza: un gocciolamento lento permette un intervento ragionato; un flusso continuo richiede di isolare al più presto il radiatore e, se necessario, di scaricare pressione dall’impianto.

Indice

  • 1 Isolare il termosifone senza svuotare tutto l’impianto
  • 2 Identificare il punto esatto della perdita
  • 3 Perdite dalle valvole: interventi rapidi e mirati
  • 4 Raccordi e unioni al radiatore: come rifare la tenuta
  • 5 Sfiato e tappo cieco: piccoli componenti, grandi gocce
  • 6 Microfori sul pannello o sulle saldature: soluzioni tampone e definitive
  • 7 Perdite “da sotto” ma termosifone asciutto: attenzione ai tubi
  • 8 Impianti a vaso chiuso e a vaso aperto: differenze operative
  • 9 Spurgo dell’aria e rimessa in servizio
  • 10 Quando la perdita viene dalla caldaia e non dal termosifone
  • 11 Additivi sigillanti: quando usarli e con quali limiti
  • 12 Manutenzione preventiva: inibitori, filtri e controlli stagionali
  • 13 Errori da evitare che peggiorano la situazione
  • 14 Quando chiamare un professionista senza perdere tempo
  • 15 Dopo la riparazione: riportare il sistema al regime corretto
  • 16 Note per impianti centralizzati e per seconde case
  • 17 Conclusioni

Isolare il termosifone senza svuotare tutto l’impianto

Quasi tutti i termosifoni domestici hanno due valvole: la valvola di mandata (spesso con testina termostatica o una manopola) e il detentore o lockshield sul ritorno (in genere protetto da un cappuccio). Per isolare il radiatore chiudi completamente entrambe. Sulla valvola termostatica ruota fino alla posizione “0” o al simbolo del fiocco di neve; se è un vecchio rubinetto, gira in senso orario fino a fine corsa. Sul detentore rimuovi il cappuccio, inserisci una chiave a brugola o una chiave piatta sull’alberino e chiudi ruotando lentamente in senso orario. Procedi con delicatezza: sono organi di regolazione e non amano le forzature. Isolare il termosifone ti consente di lavorare sul singolo elemento senza svuotare l’intero impianto e, soprattutto, interrompe il gocciolamento nella maggior parte dei casi.

Identificare il punto esatto della perdita

Asciuga il radiatore con un panno, poi osserva. I punti tipici da cui l’acqua può uscire sono ricorrenti: la valvola termostatica (intorno al perno/spindle o dalla ghiera di collegamento al radiatore), il detentore di ritorno, il tappo di sfiato (valvolina in alto con vite o quadratino), il tappo cieco sul lato opposto allo sfiato, il raccordo “codolo” (tail) che entra nel radiatore, le saldature o i bordi del pannello (pinhole da corrosione), le curve o i manicotti dei tubi. Talvolta la perdita sembra più in basso ma arriva dall’alto per capillarità lungo le alette: asciuga e controlla se ricompaiono gocce in alto. Osserva anche il colore: acqua limpida indica perdita recente; acqua scura/nerastra è indice di fango magnetico e corrosione nel circuito.

Perdite dalle valvole: interventi rapidi e mirati

Se la goccia proviene dalla base della valvola termostatica o del detentore, prova a serrare leggermente la ghiera del dado con una chiave regolabile, sempre a piccole frazioni di giro. Se l’acqua esce dallo stelo (spindle) sotto la manopola, spesso è la guarnizione di premistoppa (gland packing) che non tiene più: con la valvola chiusa svita il piccolo cappellotto esagonale attorno allo stelo di mezzo giro, aggiungi due o tre spire di PTFE (teflon) o un filino di stoppa idraulica sullo stelo, quindi riavvita il cappellotto fino a sentire resistenza. Riapri di un quarto di giro la valvola e verifica: se la perdita si arresta, hai risolto. Sul detentore l’operazione è analoga. Evita di smontare completamente la valvola se non hai pratica: l’acqua residua nel radiatore può fuoriuscire copiosa.

Raccordi e unioni al radiatore: come rifare la tenuta

Molte perdite si presentano ai dadi dei raccordi tra valvola e termosifone. Con radiatore isolato (mandata e ritorno chiusi) e bacinella pronta, allenta leggermente il dado per rompere la vecchia tenuta, poi serra di nuovo con decisione controllata. Spesso la semplice “riassestata” comprime la guarnizione e ferma il gocciolamento. Se non basta, svita completamente il dado, separa il raccordo, pulisci bene le sedi e riapplica PTFE sulle filettature del codolo (in senso orario guardando l’estremità della filettatura). Avvolgi 10–15 spire uniformi, riposiziona, stringi in asse evitando di inclinare il raccordo. Apri leggermente le valvole e controlla. Se la guarnizione piana interna al dado è fessurata, sostituiscila con una della misura corretta.

Sfiato e tappo cieco: piccoli componenti, grandi gocce

La valvola di sfiato in alto serve a togliere l’aria: può perdere da due punti, dal vitino di spurgo o dalla filettatura che la avvita al radiatore. Assicurati che il vitino sia chiuso (senza forzare: basta appoggio). Se la perdita è dalla filettatura, svuota parzialmente il radiatore (aprendo lo sfiato con bacinella sotto fino a far scendere il livello sotto al punto di intervento), svita la valvola, riavvolgi le filettature con PTFE e rimonta. Lo stesso vale per il tappo cieco opposto: se “suda”, smonta, pulisci, teflona e stringi dritto. Ricorda che il PTFE lavora per compressione: se stringi fuori asse, la tenuta non è uniforme.

Microfori sul pannello o sulle saldature: soluzioni tampone e definitive

Se la perdita è da un punto della lamiera (pinhole) o da una linea di saldatura, la causa è quasi sempre corrosione interna. Per tamponare nell’immediato puoi usare un “cold weld” epossidico bicomponente o un mastice per perdite pressurizzate: asciuga perfettamente la zona, carteggia leggermente, impasta e applica premendo, lascia indurire secondo istruzioni. Queste sono soluzioni temporanee, utili per arrivare alla fine della stagione. La riparazione definitiva è la sostituzione del radiatore o, su elementi componibili, la sostituzione dell’elemento danneggiato, accompagnata da un lavaggio dell’impianto e dall’aggiunta di inibitore anticorrosione per prevenire recidive.

Perdite “da sotto” ma termosifone asciutto: attenzione ai tubi

Se il radiatore è asciutto e trovi acqua alla base, potrebbe perdere il tubo nel muro o nel pavimento. Cerca tracce di ossidazione (verdigris) sulle curve, sui manicotti e sulle saldature a stagno o pressfit. In questi casi l’intervento fai-da-te è limitato: puoi solo isolare il radiatore, asciugare e monitorare. Una perdita nascosta richiede l’intervento di un idraulico, possibilmente con termocamera o tracciante per localizzare senza demolire a caso. Posticipare rischia danni strutturali a pareti e sottofondi.

Impianti a vaso chiuso e a vaso aperto: differenze operative

Nei moderni impianti a vaso chiuso (con caldaia murale o a condensazione) il circuito è in pressione; dopo aver lavorato sul radiatore dovrai riportare la pressione a valori standard (in genere 1,0–1,5 bar a freddo). Sulla caldaia apri il rubinetto di carico (di solito nero o blu sotto la macchina) finché il manometro segna il valore desiderato, poi richiudi. Negli impianti a vaso aperto (con vaschetta di carico in soffitta) il ripristino è automatico, ma è bene verificare che la vaschetta abbia acqua e che il galleggiante non sia bloccato. In entrambi i casi, dopo l’intervento, spurgare l’aria dal radiatore è fondamentale per evitare rumori e zone fredde.

Spurgo dell’aria e rimessa in servizio

Con il radiatore isolato e le riparazioni effettuate, apri prima il detentore (ritorno) di qualche giro e poi la valvola di mandata. Con una chiave da termosifone o un cacciavite (a seconda del tipo) apri lentamente la valvola di sfiato fino a quando esce un flusso d’acqua regolare senza bolle, poi richiudi. Se l’impianto è a pressione, ricontrolla il manometro: lo spurgo può far scendere la pressione, quindi ricarica se necessario. Accendi la caldaia, porta i radiatori a temperatura e ispeziona: un controllo dopo 10–15 minuti e un secondo a impianto freddo ti dicono se tutto è a posto.

Quando la perdita viene dalla caldaia e non dal termosifone

Può succedere che la “perdita” sembri collegata a un radiatore ma la vera origine sia la caldaia. Se vedi gocciolare il tubicino di scarico esterno (valvola di sicurezza), è probabile che la pressione salga troppo durante il riscaldamento: le cause comuni sono vaso di espansione scarico/guasto o valvola di riempimento che non chiude bene. Non è un intervento per il fai-da-te: spegni, abbassa la pressione sfiatando un radiatore fino a circa 1 bar e chiama un tecnico. Ignorare il problema consuma acqua e ossigena l’impianto, accelerando la corrosione.

Additivi sigillanti: quando usarli e con quali limiti

Gli additivi “leak sealer” per impianti di riscaldamento sono dispersioni che, circolando, tendono a sigillare microperdite. Possono aiutare per trafilamenti minimi su giunti o pinhole molto piccoli, ma non risolvono perdite significative o strutturali. Vanno dosati secondo le istruzioni e inseriti tramite un radiatore (svitando lo sfiato e usando un imbuto) o tramite un dosatore sul circuito. Ricorda che l’additivo resta nell’impianto: meglio abbinarlo a un filtro defangatore e a un cambio dell’acqua con inibitore entro la stagione successiva. Per impianti vecchi o pieni di fango l’efficacia è ridotta.

Manutenzione preventiva: inibitori, filtri e controlli stagionali

Molte perdite nascono da corrosione e stress meccanici. Un impianto sano contiene inibitore anticorrosione alla giusta concentrazione, controllata e ripristinata ogni 1–2 anni. Un filtro defangatore magnetico sul ritorno caldaia intercetta ossidi e particelle ferrose prima che circolino nei radiatori. A inizio stagione verifica che i dadi dei raccordi non siano allentati, che le valvole non trasudino e che gli sfiati chiudano bene. Una breve ispezione visiva e un giro di chiave leggero prevengono la maggior parte dei gocciolamenti. Se sostituisci radiatori o valvole, preferisci prodotti con guarnizioni di qualità e, sulle valvole termostatiche, modelli con sedi metalliche affidabili.

Errori da evitare che peggiorano la situazione

Evitare alcune trappole ti risparmia guai: non stringere a morte i dadi (puoi deformare le sedi), non usare sigillanti siliconici universali su filettature (non tengono in pressione), non “fasciare” a caso con teflon senza pulire le filettature, non smontare valvole senza prima scaricare la pressione del radiatore, non forzare detentori bloccati da anni (si possono spezzare). Se devi ribilanciare il radiatore dopo aver toccato il detentore, conta i giri di chiusura prima dell’intervento e riportalo alla stessa apertura a fine lavoro per non alterare l’equilibrio dell’impianto.

Quando chiamare un professionista senza perdere tempo

Chiama un idraulico quando la perdita è copiosa, quando non riesci a isolare il radiatore, quando i tubi perdono nel muro o nel pavimento, quando le valvole sono ossidate e bloccate, quando la caldaia scarica dalla valvola di sicurezza o quando, nonostante gli interventi di base, la perdita si ripresenta. Un professionista ha gli strumenti per pressurizzare, testare, localizzare e sostituire componenti in sicurezza. Inoltre saprà consigliarti se il radiatore conviene ripararlo o sostituirlo e se l’impianto ha bisogno di un lavaggio chimico o magnetico.

Dopo la riparazione: riportare il sistema al regime corretto

Una volta fermata la perdita, rimetti a regime l’impianto. Riporta la pressione a freddo nel range consigliato dal costruttore della caldaia, spurgando tutti i radiatori a partire da quelli più vicini alla caldaia e salendo di piano. Accendi e lascia funzionare per un ciclo completo, poi ricontrolla giunti e valvole con carta assorbente (rileva microgocce meglio dell’occhio). Se hai cambiato posizione ai detentori, verifica che i radiatori si scaldino uniformemente; in caso contrario procedi a un leggero ribilanciamento, chiudendo un poco i detentori dei radiatori che si scaldano troppo in fretta e aprendo quelli più lenti. Etichettare con un pennarello discreto la posizione di apertura ti aiuterà in futuro.

Note per impianti centralizzati e per seconde case

In condomìnio evita interventi che possano svuotare colonne o alterare pressioni: limita l’azione all’isolamento del tuo radiatore e alla segnalazione all’amministratore. Per seconde case o impianti che restano spenti per mesi, considera antigelo specifico per circuiti termici se l’immobile è in zona fredda e non puoi svuotare l’impianto: prevenire microfessurazioni per gelo evita perdite alla riaccensione. Al primo avvio stagionale, un controllo visivo di tutti i radiatori e delle valvole ti farà scoprire eventuali trasudamenti prima che diventino problemi.

Conclusioni

Un termosifone che perde acqua non è un dramma se affronti la situazione con metodo. Metti in sicurezza, isola il radiatore, individua il punto esatto della perdita e intervieni con il rimedio più appropriato: serraggio controllato, ripristino del premistoppa, rifacimento delle tenute con PTFE, sostituzione di guarnizioni, spurgo dell’aria. Per pinhole o tubi nel muro, usa soluzioni tampone e programma la riparazione definitiva con un professionista. Riporta l’impianto in pressione, spurgalo bene e verifica. Prevenire è ancora meglio: inibitore, filtro defangatore e piccoli controlli stagionali allungano la vita dei radiatori e tengono lontane le pozzette sul pavimento. Con calma e gli strumenti giusti, la maggior parte delle perdite si risolve in poche mosse; sapere quando fermarsi e chiamare chi di dovere è la tua migliore assicurazione contro danni più seri.

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